Fotografo di Nudo Verona

Ritratto e identità

Il ritratto risponde a un’esigenza umana che nasce ben prima dell’avvento della fotografia. Il mondo dell’arte, nei dipinti e nelle sculture per esempio, ha sempre avuto un’attenzione particolare a questo genere di rappresentazione perché raffigura non soltanto l’immagine ma soprattutto ha a che vedere con l’identità.

La fotografia di ritratto è  il primo importante passo verso l’auto-conoscenza e la consapevolezza di come comunichiamo (o vorremmo comunicare) con gli altri. E’ l’immagine di noi che ci costruiamo. Quasi a dire che abbiamo delegato a questa immagine (e non più alla persona che siamo) la nostra identità.

Spesso la fotografia di ritratto viene assimilata all’immagine riflessa sullo specchio ma è quasi sempre rifiutata perché sappiamo che va a toccare ferite e non accettazione di sé ben più profonde. La soluzione a questo è ricorrere artificiosamente al ritocco affinché la fotografia assomigli alle nostre aspettative piuttosto che mostrare ciò che veramente si è.

 

I miei ritratti fotografici vogliono essere la porta di questo specchio, per andare oltre, per restare soli con se stessi. Niente da dimostrare agli altri. Lasciano ampio spazio all’ombra, al buio perché è lo spazio delle domande. E’ lo spazio dove accogliere le risposte che verranno quando saremo pronti a comprendere che quella fotografia fatta in quel preciso momento non dice chi siamo. Non è e non sarà mai un’immagine ferma, immune al passare del tempo come spesso si crede. Tutt’altro. Cambia perché noi cambiamo e la vediamo ogni volta diversa. Cambia anche il punto di vista del fotografo nel tempo, cambia il mondo intorno a noi, perciò si pensa di immortalare per sempre un momento che in realtà subisce costantemente gli influssi del mutamento.

Un ritratto non è riconducibile a un selfie ma a una diversa elaborazione della coscienza di noi stessi.